Per tantissimi anni la grande sfida dell’agricoltura è stata quella di incrementare la resa dei terreni riducendo la manodopera, ad esempio grazie all’uso di sostanze chimiche o macchinari sempre più avanzati. Negli ultimi anni l’agricoltura ha sperimentato l’uso di OGM cioè organismi geneticamente modificati tramite tecniche di ingegneria genetica (tecnologia del DNA ricombinante), che consentono l’aggiunta, l’eliminazione o la modifica di elementi genici. Gli OGM però presentano aspetti positivi e negativi, quindi le persone si schierano in due categorie contrapposte riguardo la questione.
Innanzitutto grazie all’introduzione di varietà di colture ad alto rendimento, di prodotti chimici e di nuove tecniche di irrigazione siamo riusciti ad incrementare la produttività dei raccolti e ad aiutare milioni di persone a combattere fame e povertà.
Si potrebbero ottenere colture resistenti ai parassiti come ad esempio le banane geneticamente modificate per renderle resistenti alla malattia della Sigatoka Nera che le distruggerebbe, la melanzana BT che è in grado di resistere alla piralide, la papaya che è attaccata dal virus PRSV ma inserendo una particolare proteina direttamente nella pianta di papaya essa è in grado di resistervi, in Italia il pomodoro San Marzano è a rischio a causa di alcuni virus, come il CMV ma è stato possibile rendere il prodotto resistente grazie all’opzione OGM.
Saremmo in grado di combattere la siccità e ridurremmo così il rischio di perdere i raccolti a causa delle scarse precipitazioni e delle malattie.
Si potrebbero migliorare le varietà vegetali con l’aggiunta di maggiori elementi nutritivi e vitamine per combattere le carenze alimentari che colpiscono così tanti poveri nel mondo; è il caso delle banane vitaminizzate. Esse sono delle super-banane arricchite di alfa- e beta-carotene, sostanze che il metabolismo umano è capace di trasformare in Vitamina A. Grazie a questa modifica dovremmo essere in grado di cambiare il destino di milioni di affamati e di prevenire malattie come ad esempio il cancro.
Si potrebbero coltivare le terre marginali, aumentando la produzione alimentare complessiva ed inoltre consentire di ridurre l’uso di pesticidi tossici e di migliorare l’efficacia dei fertilizzanti e di altri correttori della composizione del suolo. Quindi gli OGM oltre ad essere più resistenti e produttivi, hanno una capacità di conservazione e consentono di limitare l’impiego di acqua e fertilizzanti.
Esiste però una crescente preoccupazione perché:
Gli organismi OGM sembrerebbero contaminare i prodotti naturali.
Modificazione dei terreni alterando gli ecosistemi.
Tutto ciò potrebbe provocare danni per quanto riguarda la perdita della biodiversità e l’introduzione di sostanze tossiche per gli insetti.
Introdurrebbero inoltre nella dieta umana cibi transgenici, aumentando il rischio di allergie e la resistenza agli antibiotici.
Inoltre le coltivazioni OGM sono coperte da brevetto, appartengono alle multinazionali e generano profitti per quest’ultime mentre i piccoli agricoltori hanno visto aumentare i loro costi perché devono sempre comprare i semi e ha minato la loro capacità di sussistenza.
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