sabato 30 maggio 2020

CLONAZIONE, CLONAZIONE TERAPEUTICA, FARMACOGENOMICA, TERAPIA GENICA.

A partire dalle scoperte relative alle cellule staminali è stato possibile intraprendere nuovi percorsi di ricerca scientifica. Negli ultimi anni hanno visto uno sviluppo esponenziale tecnologie quali la clonazione, la clonazione terapeutica, la farmacogenomica e la terapia genica.

 
 

LA CLONAZIONE

In biologia, per clonazione s’intende la possibilità di duplicare il patrimonio genetico di un qualsiasi essere vivente attraverso la riproduzione agamica e asessuata, creando un secondo organismo identico al primo. La tecnica per farlo è quella del trasferimento nucleare: il nucleo di una cellula somatica dell’organismo che si desidera clonare è impiantato in una cellula uovo denucleata; grazie a un impulso elettrico, le due componenti si fondono e la cellula inizia il processo di divisione che porterà alla formazione di un embrione con il medesimo patrimonio genetico di quello dell’organismo donatore.

Le applicazioni di questo tipo di biotecnologia sono molteplici:

  • Clonazione terapeutica;

  • Utilizzo di queste tecniche per riportare in vita animali estinti;

  • Mantenimento della biodiversità e preservamento delle specie a rischio di estinzione.

Tuttavia, questa nuova frontiera valicata dalla scienza incontra una serie di critiche:

  • Clonazione riproduttiva: gli esperimenti condotti sugli animali (soprattutto sui primati) fanno ipotizzare che la possibilità di clonare anche l’uomo sia estremamente vicina ai nostri tempi, con una lunga serie di conseguenze, prima fra tutte il tabù dell’unicità dell’uomo.

  • Se questa tecnica fosse accessibile a tutti, e ogni essere umano vivente sulla terra oggi avesse un proprio clone, si intensificherebbe il già insostenibile peso del sovrappopolamento. Un’immediata conseguenza sarebbe l’impossibilità di procreare, impedendo la creazione di individui originali e così il progresso, il rinnovamento, dunque generando una situazione di stasi permanente.

  • Un’ipotesi plausibile prevede che a potersi permettere un simile trattamento sarebbe soltanto un’esigua percentuale della popolazione mondiale, andando così a delineare una nuova forma di disuguaglianza sociale: i ricchi potrebbero vivere potenzialmente per sempre attraverso i propri alter ego clonati, stabilendo le gerarchie e i rapporti di potere nell’intero globo.

  • Ad oggi esiste un vero e proprio business nato per rispondere alla domanda di coloro che desiderano clonare il proprio animale domestico per non doverlo lasciare neanche dopo la sua morte: inutile specificare che i prezzi elevatissimi di questa procedura sono sostenibili solo da un’élite di persone molto abbienti. Comunque, il nuovo clone avrebbe le stesse caratteristiche esteriori ma non erediterebbe il temperamento del compagno a quattro zampe che si amava, rendendo questa pratica non solo vana, ma anche dannosa per altri animali, sfruttati e uccisi durante le sperimentazioni e i numerosi tentativi necessari, ottenendo risultati non garantiti nel lungo tempo.

Le posizioni sull’autorità della scienza si sono evolute nel corso del tempo, e tutt’oggi esistono pareri discordanti: se il mondo cristiano condanna la clonazione come contraria all’ordine naturale delle cose, in quanto la creazione è prerogativa unicamente di Dio, c’è chi all’opposto sostiene che, essendo l’uomo un elemento naturale, così lo sono anche tutte le sue produzioni e scoperte.

LA CLONAZIONE TERAPEUTICA


Un altro particolare campo di applicazione delle biotecnologie è la clonazione terapeutica: un modo per riprodurre in vitro una certa quantità di cellule per poi indurne il differenziamento e ottenere dei tessuti o organi umani partendo dal genoma dell’individuo che ha bisogno di ricevere tali tessuti o organoidi. Si tratta, quindi, di produrre in laboratorio tessuti e organi destinati al trapianto.

E’ tuttavia un tema piuttosto delicato: l’uso di questa biotecnologia può migliorare molto la vita dell’uomo, ma allo stesso tempo solleva delle problematiche, soprattutto di carattere etico.

Tra i vantaggi che la clonazione terapeutica può portare vi sono:

  • La minimizzazione dei rischi di rigetto e la disponibilità di organi per il trapianto, in quanto questi possono essere prodotti in laboratorio partendo direttamente dal genoma dell’individuo che ne necessita.

  • La produzione di mini-organi e la possibilità di testare su di essi i farmaci, considerando le differenze genomiche e quindi le diverse risposte immunitarie che ogni individuo può dare, migliorando l’efficacia dei trattamenti farmacologici. 

  • Possibilità di produrre direttamente “in provetta” la patologia di cui un individuo è affetto, consentendo di sviluppare un modello personalizzato di terapia.

Si possono inoltre studiare malattie complesse come l’autismo o la schizofrenia, o studi sulle funzioni cerebrali come la trasmissione di stimoli nervosi e la percezione di sensazioni 

  • Limitare l’uso di animali nelle sperimentazioni: diventa possibile eseguire esperimenti direttamente sugli organoidi. 

  • È possibile, inoltre, realizzare degli organ-on-a-chip: sistemi microfluidici tridimensionali che simulano le attività e la meccanica degli organi, per evitare che variazioni dovute all’ambiente interferiscano con gli organoidi. 


Nonostante questi numerosi vantaggi, sono presenti problematiche di carattere etico:

  • Realizzazione di animali transgenici, ossia OGM che possono produrre organi umani per il trapianto. Dal momento che è possibile produrre organoidi in laboratorio è superfluo sperimentare sugli animali o modificarli a livello genetico affinché possano produrre organi umani. 

  • Per creare animali transgenici sono necessari molti più embrioni e risorse. Molto spesso gli animali che vengono sfruttati per tale scopo sono i maiali, poiché naturalmente simili all’uomo, ma vi è un consistente rischio che le malattie suine vengano trasferite all’uomo con i trapianti (anche se recentemente attraverso un’ulteriore modifica del DNA suino sono stati eliminati i geni portatori di virus). Ciononostante, va anche messo in evidenza che per poter rimpiazzare del tutto la sperimentazione su animali si dovrebbe riprodurre un intero organismo umano con la tecnologia dei microorgani, in quanto è necessario esaminare gli effetti di una determinata terapia su tutto l’organismo (riproducendo però un intero organismo si avrebbe di fatto una clonazione umana, con le annesse problematiche).

Vi sono anche delle motivazioni religiose e ideologiche contro la clonazione:

  • Alcuni ritengono che tali tecnologie siano un tentativo dell’uomo di eguagliarsi a Dio e dare sfogo ad una “tendenza al dominio”.

  • Alcune religioni, inoltre, ritengono impuro il maiale, che, come già detto, viene spesso utilizzato in queste procedure, e pertanto rifiutano trapianti provenienti da tali animali.

  • La “tendenza al dominio” come motivazione di opposizione alla clonazione dell’uomo e agli sviluppi che la precedono. 

  • Un altro fattore che deve essere considerato è il fatto che gli organoidi possiedono problemi intrinseci legati all’alta variabilità dell’ambiente in cui crescono. Tale problematica può però essere risolta con l’impiego di organ-on-a-chip.  

  • Per la produzione di organoidi esistono ancora numerose sfide tecniche che devono essere superate per soddisfare le esigenze della ricerca e ampliarne l’utilizzo. 

  • Durante i vari processi di gene-editing e clonazione terapeutica si rischia anche di andare incontro anche a modifiche genetiche indesiderate, con annesse conseguenze.

LA FARMACOGENOMICA

La farmacogenomica è lo studio di come le differenze genetiche ereditarie influiscono sugli effetti di droghe e farmaci, e si è resa necessaria in quanto questi vengono assorbiti e metabolizzati in modo diverso da ogni organismo. I test farmacogenomici possono fornire informazioni sulla composizione genetica di una persona, permettendo ai medici di ottimizzare il dosaggio e minimizzare il rischio di effetti collaterali.

Tra gli aspetti negativi della ricerca farmacogenomica:

  • Test sui modelli animali: non sono sempre predittivi delle reazioni degli esseri umani.

  • Rischi e costi della ricerca: soltanto pochi possono permettersi questo tipo di trattamento. 

la farmacogenomica permette tuttavia di individuare una relazione tra corredo genetico individuale ed efficacia di un vaccino in termini di risposta immunitaria. La risposta immunitaria individuale si basa sull’azione dei linfociti T o B, cellule presenti nel sangue e in altri tessuti; questi ultimi individuano e distruggono gli elementi estranei, producono anticorpi specifici e conservano la “memoria” dell’identità dell’invasore, per garantire una risposta più rapida in caso di un attacco successivo. Questi meccanismi possono variare d’efficacia da individuo ad individuo e per questo motivo ogni individuo può dare risposte diverse (infatti, per i soggetti immunodepressi sono previsti calendari vaccinali con più dosi o con dosaggi maggiori). 

LA TERAPIA GENICA

La terapia genica è una tecnica che utilizza il DNA come un farmaco per prevenire o curare una malattia genetica, cercando di ripristinare, nella cellula affetta, la funzionalità del gene difettoso, utilizzando una versione corretta dello stesso gene. 

La terapia genica presenta molti vantaggi:

  • Ci dà la possibilità di curare alcune malattie genetiche;

  • Ha un costo basso;

  • É una procedura semplice, che si serve dell’editing genetico per inserire i caratteri prescelti nell’arco di un solo passaggio. Inoltre, questa tecnica permette di curare le patologie provocate dall’alterazione di un solo gene;

  • Ci dà la possibilità di studiare più nel dettaglio i virus;

  • Favorisce la decomposizione della plastica attraverso colonie di batteri;

  • Riduce l’uso di modelli animali, perché la sperimentazione può avvenire in vitro.

Tuttavia, è necessario prendere in considerazione anche gli aspetti negativi:

  • Le future generazioni saranno influenzate dall’alterazione delle cellule che compongono l’embrione, che sono responsabili dell’ereditarietà genetica,  in un modo che ancora non siamo in grado di prevedere e che potrebbe quindi rivelarsi pericoloso;

  • Si rischia di introdurre alcuni errori all’interno del DNA;

  • C’è il rischio che questa terapia diventi una sorta di “chirurgia estetica”, perchè un giorno potrebbe essere usata per “plasmare” le caratteristiche dell’embrione (altezza, forza, intelligenza) ottenuto con la fecondazione in vitro, andando contro la stessa natura umana.

  • É necessario approfondire la conoscenza di questa tecnica prima di utilizzarla, a causa delle ripercussioni che potrebbe avere sull’uomo.

Nessun commento:

Posta un commento

BIOTECNOLOGIE

Lo sviluppo scientifico degli ultimi decenni ha sperimentato un’enorme crescita, e i suoi risultati in ogni campo hanno modificato il nostro...